IL DECLINO DI PORT’ALBA

Port’Alba non sarà mai più la stessa. La chiusura della libreria “Guida” segnerà un punto di non ritorno, l’inevitabile trasformazione di un luogo che diventerà qualcosa di diverso nell’immaginario collettivo. È come se a San Gregorio Armeno chiudessero le botteghe artigiane dei presepi.

La trasformazione dei luoghi è sempre un’alterazione delle radici, più che delle tradizioni, una lacerante separazione dal proprio passato. È una metamorfosi del tempo, una trasfigurazione della storia. Nulla sarà come prima. Pure i tempi andati avranno una differente considerazione e saranno ricordati diversamente.  La memoria subirà delle contaminazioni, come se i libri non fossero mai esistiti.

Resterà soltanto il ricordo nostalgico di chi ha trascorso ore tra gli scaffali alla ricerca di qualche pezzo raro, di un’edizione introvabile o di un classico della letteratura da conservare gelosamente nella propria biblioteca. Quel posto dove ci si fermava a sfogliare libri, diventerà un semplice passaggio tra Piazza Dante e Piazza Bellini, da attraversare distrattamente, con tutto il distacco possibile. Molti nemmeno si accorgeranno di quello che si è cancellato. Non si tratta di una libreria che chiude ma di un mondo che scompare, si dissolve sotto gli occhi impotenti di chi ha, nella migliore delle ipotesi, sottovalutato o completamente trascurato un serio problema: l’arretramento inesorabile di quello che riguarda la cultura o l’arte.

Così, la città, tra indifferenza e indolenza generale, proclami e crolli, perde un altro pezzo prezioso della sua identità.

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