IL GIORNO IN CUI MORÌ IL ROCK

Il 20 ottobre del 1977 i Lynyrd Skynyrd erano all’apice del successo. Tre giorni prima era uscito il loro ultimo album Street Survivors. Sulla copertina era raffigurata la band, con il chitarrista e fondatore Steve Gaines in primo piano, avvolta tra le fiamme. Il tour era già partito, il pubblico si fiondava in massa a ogni concerto: tutto andava a gonfie vele.

Il southern rock, quel misto di rock, blues e country, con connotazioni politiche tendenzialmente conservatrici, si stava imponendo all’attenzione mondiale, il tutto amplificato dalla polemica che gli stessi Lynyrd Skynyrd avevano innescato nei confronti di Neil Young. Nella loro canzone più conosciuta, Sweet Home Alabama, attaccavano frontalmente il cantautore canadese reo di essere su posizioni troppo liberali e di aver criticato aspramente le politiche segregazioniste adottate in Alabama dove a quell’epoca la popolazione afroamericana ancora lottava per i propri diritti civili (“Ho sentito il signor Young cantare dell’Alabama… Ho sentito il vecchio Neil mortificarla… Spero che il vecchio Neil Young si ricordi che un uomo del sud non ha bisogno di averlo intorno…).

I Lynyrd Skynyrd, d’altro canto, erano abituati a esibirsi con il corredo di grandi bandiere confederate che avevano un ben preciso significato politico. Inoltre, nella stessa Sweet Home Alabama, sembravano essere contenuti apprezzamenti nei confronti dell’allora governatore dell’Alabama, il reazionario George Wallace, e un certo fastidio per lo scandalo Watergate che stava per affossare Richard Nixon. Col tempo, i Lynyrd chiarirono anche le loro posizioni su questi temi attraverso le parole del cantante Ronnie Van Zant: Io di politica non capisco un cazzo. Forse, questa frase fu un modo ruffiano per rimanere volutamente nell’ambiguità, assumendo una posizione che si potrebbe definire democristiana: non mostrarsi troppo vicini ai conservatori e non schierarsi a sinistra per non inimicarsi il loro pubblico di riferimento. Insomma, una vera e propria acrobazia politica.

Fatto sta che il tempo lenì anche la polemica con Young il quale si è sempre dichiarato grande estimatore della band. Van Zant, dal canto suo, s’era mostrato in pubblico a più riprese con una maglia raffigurante il volto di Young. La leggenda narra addirittura che sia stato sepolto con quella maglia, non si sa se per ammirazione o per una maledizione postuma.

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Infatti, il 20 ottobre 1977 il mito dei Lynyrd si infranse contro un’area paludosa del Mississippi, mentre stavano volando verso Baton Rouge dove era in programma un concerto. Il charter era a corto di benzina, i piloti andarono nel panico, bastò premere il pulsante sbagliato per perdere quota e ogni speranza di tentare un atterraggio di emergenza: per Steve Gaines, Ronnie Van Zant, la sorella di Gaines che fungeva da corista, il manager della band e i due piloti, l’incidente fu fatale. Gli altri diciotto passeggeri (di cui sei membri della band), seppure gravemente feriti, sopravvissero al disastro. Durante l’estate che aveva preceduto la tragedia, anche gli Aerosmith stavano per noleggiare lo stesso aereo ma poi un assistente del gruppo notò una certa approssimazione da parte di quella compagnia, standard di sicurezza molto bassi e, per di più, i piloti passarsi continuamente una bottiglia di Jack Daniel’s. Come ogni storia maledetta che riguarda il rock, la realtà si mischia sempre alla leggenda e a misteri indecifrabili, come quelle che riguardano la profanazione delle tombe di Gaines e Van Zant.

Certo, la copertina di Street Survivors resta una dannata coincidenza, se non un oscuro presagio che aveva in qualche modo profetizzato il drammatico epilogo della storia dei Lynyrd Skynyrd. Così come appare oggi una sorta di vaticinio l’incipit del  loro pezzo più suggestivo, Free Bird: “Se me ne andassi da qui domani… Ti ricorderesti lo stesso di me?… Perchè devo mettermi in viaggio, adesso… perchè ci sono troppi posti che devo vedere”. 

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