IL CROLLO DELL’OCCIDENTE E L’ASCESA DELL’ISLAM MODERATO

Michel Houellebecq non è Charlie Hebdo. Così come “Sottomissione” (Bompiani editore) non è un capolavoro della letteratura moderna ma è un romanzo ruffiano che, al netto di qualche caduta di tono (e di stile), contiene concetti importanti e stimola qualche riflessione sullo stato di salute della civiltà occidentale, sganciata dalle unanimi suggestioni che, in una sorta di ipnosi collettiva, sono seguite all’orrore degli attentanti di Parigi di inizio anno. A differenza delle vignette irriverenti di Charlie, il romanzo di Houellebecq penetra nel tessuto dell’islam moderato nel momento in cui decide di misurarsi nell’agone politico, lo presenta come qualcosa di differente da quello che si è sempre immaginato, non accusa o censura ma prova a comprendere, a incorporarsi in una realtà che molto spesso suscita diffidenza e ostilità. Il leader dei “Fratelli Musulmani”, Mohammed Ben Abbes, che nel libro conduce il suo schieramento alla vittoria delle elezioni e al governo della Francia, appare come un uomo politico equilibrato, a suo modo un innovatore, la cui intenzione è quella di costruire un’Europa moderna e umanista, non certo confessionale. Infatti, l’indice dello scrittore francese è puntato altrove, contro certi meccanismi del mondo occidentale, in particolare la scarsa lungimiranza che, in Francia, hanno dimostrato tanti leader laici, permettendo, in questa immaginifica ricostruzione, all’islam di insinuarsi in spazi e territori lasciati liberi, avamposti abbandonati anche dalla religione cattolica.

Tuttavia, l’ascesa al potere del blocco musulmano non è vissuta con timore, non desta allarme, solo un po’ di improvvisa curiosità o comprensibile diffidenza iniziale. Come ogni cambiamento implica delle trasformazioni, meno traumatiche, però, di quello che si sarebbe potuto prevedere. E allora la sottomissione, prefigurata da Houellebecq, a un nuovo ordine fantapolitico, che non è né orwelliano né assimilabile al nuovo mondo di Huxley, non è imposta, bensì accettata per ignavia prima ancora che per incapacità di opporvisi. Su tutto il racconto aleggia il senso di annoiata frustrazione del protagonista, il professor François, che, nonostante la solidissima posizione economica, un privilegio nella realtà contemporanea, si divide tra malinconici incontri sessuali e la sua incapacità di orientarsi nella vita, di trovare bussola e obiettivi concreti. C’è dentro di lui la stessa assenza di ideali ed entusiasmo che affligge l’Europa o la Francia.  La medesima mancanza di prospettiva. Le parti più interessanti del libro, invece, sono quelle meno romanzate e più assimilabili al genere saggistico: per esempio, quella in cui il professore illustra i suoi studi su Huysman o quella nella quale prova a interpretare il pensiero di Maometto attraverso Nietzsche. Al termine della lettura, non si resta né estasiati né delusi, solamente ci si accorge del grave abbaglio che provocano le semplificazioni giornalistiche.  Se cercate delle critiche feroci verso la religione musulmana o l’estremismo islamico non le troverete nell’opera di Houellebecq che si limita a descrivere una Francia futuribile non per spaventare i lettori ma per dimostrare, dal suo punto di vista, dove l’Europa sta fallendo. Se vi aspettavate di leggere il nuovo “1984” resterete irrimediabilmente delusi. Insomma, Houellebecq forse non merita un encomio per questo romanzo ma nemmeno l’ingenerosa stroncatura del Baricco di turno.

(già pubblicato il 26 gennaio 2015 su
http://www.jepmagazine.it/il-crollo-delloccidente-e-lascesa-dellislam-moderato/
)

Lascia un commento

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.

Su ↑